Dato che l’anno nuovo è appena iniziato ma ci sembra di stare ancora brancolando nel buio, e che quest’anno abbiamo deciso di rinunciare ai propositi (costantemente disattesi) e siamo un po’ in ritardo per gli auguri… Ho pensato di provare a tirare almeno un po’ le somme, facendo il punto di quello che abbiamo concluso, quello che sta per arrivare e quello che speriamo di fare nel prossimo futuro.^^ Ne è uscito il solito post chilometrico, ma ecco: la seconda parte riguarda più che altro le idee che mi frullano in testa ancora un po’ indefinite, e le cose indefinite mi fanno diventare più logorroica del solito, pare.
Ma andando con ordine.
Dicembre è finito con la fine del romanzo di Viv e Carlos, che nel concreto ha tenuto impegnata me per gli ultimi quattro mesi, ma in realtà tiene impegnate entrambe da una decina d’anni: come saprà chi ci segue da allora, i protagonisti di questa storia – che adesso è un romanzo a tutti gli effetti! Nuovo! Con un suo intreccio, un inizio, una fine e nessuna proliferazione interna di sottotrame impazzite! – sono nati con la Rosa dei Venti e hanno rappresentato a lungo una delle sue (tante) anime. La scelta di isolarli e lavorare su di loro in modo indipendente è nata perché, anche se non abbiamo ancora deciso del tutto cosa fare della Rosa – se pubblicarla un po’ come è nata, a tranche non chiuse in se stesse, o tentare di trasformarla in una saga più coerente di romanzi compiuti – le vicende di Viv e Carlos sono sempre state meno interconnesse a quelle degli altri personaggi, cosa che in passato li aveva un po’ sacrificati, in parte. Oltre al fatto che okay, Sabrina tollerava Carlos giusto per amor mio e, per amor suo io mi sentivo sempre in colpa a costringerla a scrivere di un personaggio che la stimolava così poco. Nella nuova versione – che impiegherà ancora un bel po’ di mesi a diventare pubblica, qualunque sia la strada che troverà^^ – Carlos ha lo stesso scheletro del personaggio della Rosa, ma la carne e lo spirito sono miei, per così dire. Spero che vi piacerà quanto quello che usciva dalla penna di Sabry (e che, nonostante le sue riserve, io amavo). Quanto a Viv, è lo stesso ragazzino affilato che avevo in mente a diciott’anni, ma presumo che scrivere di lui adesso abbia prodotto un risultato un po’ diverso. Migliore, spero. In ogni caso, ci sarà tempo per parlarne quando avremo qualcosa di più preciso da dire. Ma ecco. Sono ancora loro, e con loro ci sono sempre David, e Keith, e Carlos e Jude, ma i loro nomi sono finalmente in qualcosa di finito. E dopo tutti questi anni, la cosa ci emoziona anche parecchio.^^
Per quanto riguarda l’anno appena iniziato… Il primo appuntamento sicuro sarà con Dormono gli aironi, il romanzo che ho concluso l’estate scorsa e che dovrebbe uscire in primavera: una storia di relazioni trascinate troppo a lungo ed altre chiuse troppo in fretta, di persone che si ritrovano dopo anni e scoprono di non essersi mai perse del tutto, di equilibri labili, incrinature e dubbi, del confine tra l’amore e l’amicizia e tutto quel che può stare nel mezzo. Di domande, più che altro. E un’assenza un po’ imbarazzante di risposte che però, forse, è una risposta in sé. (La mia tesi principale, mentre scrivevo, era che “le persone sono complicate e se le metti insieme ottieni qualcosa di più complicato ancora”, quindi insomma. Non esattamente il trionfo della logica…) Nei prossimi mesi spero di riuscire a dirvi qualcosa di più sui protagonisti e sulla loro storia e su tutto il resto. Soprattutto perché, anche se sono stata BRAVISSIMA a non lasciare che i personaggi secondari si prendessero proprio TUTTO lo spazio (dopo la Rosa, ogni volta che riesco a contenerli mi meraviglio *rolls*), lì in mezzo ci sono almeno altre due o tre storie che ho intenzione di scrivere – e che ho in testa proprio in questo periodo – quindi… presumo che se resterete da queste parti sentirete ancora parlare un bel po’ di loro.
Venendo ai progetti futuri, ci troviamo in una situazione un po’ vaga, con tante idee accavallate e nessuna sicurezza, al momento, su quale avrà la precedenza. Sabrina deve continuare quello che stiamo ancora chiamando l’Innominato, che negli ultimi mesi ha subito una battuta di arresto per cause di forza maggiore ma che spero con tutta me stessa le riesca di continuare; e ci piacerebbe parecchio riuscire a riprendere qualcuna delle cose che abbiamo già iniziato insieme. Tipo la Rosa, o uno dei tanti seguiti che dobbiamo scrivere. (E in generale, mi piacerebbe davvero tanto riuscire a pubblicare qualcos’altro con Effemeridi entro la fine dell’anno, quindi… vedremo come vanno le cose).
La situazione si complica un po’ per il mio prossimo progetto individuale, perché come al solito ho… una ventina di possibili idee per la testa? E anche se negli ultimi giorni sto pensando soprattutto a una, non ho ancora scritto una riga e insomma. Ci sono tante variabili. Non posso neanche escludere di ricominciare a portare avanti tremila cose in contemporanea. (Anche se vorrei evitarlo, perché mi sento già abbastanza schizofrenica.)
Essenzialmente, le possibilità più accreditate sono:
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- Un contemporaneo che avrebbe dovuto avere come protagonista un personaggio secondario degli Aironi, Karl, che è anche uno dei miei personaggi inediti più longevi, perché credo di avere cominciato a scribacchiare di lui ai tempi di Beating out of time ma non ho mai pubblicato altro che un raccontino (Chiaroscuro d’ombre), e pur essendo ancora lui, nella mia testa almeno, la sua evoluzione è stata… notevole. In realtà, però, il mio cervello è stato colonizzato dal co-protagonista praticamente appena ho cominciato a pensarci, e boh. Ora come ora, sarei persino tentata di tenere solo il suo punto di vista. La trama dovrebbe essere vagamente mystery, dato che il protagonista in questione – Dario – è agente di polizia, ma trattandosi di me, è ovvio che sono più che altro interessata alle dinamiche personali che gli ruotano intorno. (Tant’è che sul mystery in sé ho già cambiato idea almeno cinque volte, per approdare sul vuoto). Tendenzialmente, credo si parlerà comunque di mascolinità tossica, accettazione di sé, perfezionismi e dinamiche D/s (che credo siano il motivo per cui rimando questa storia da anni, ma sono davvero inscindibili dai protagonisti). Oltre che di famiglie atipiche, attrazioni romantiche&relazioni platoniche, disfunzioni varie e amicizie infantili ritrovate da adulti. Il mio solito, insomma, direi. *rolls*
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- L’altra possibilità sarebbe di riprendere le Lucciole, per quello che avrebbe dovuto essere un seguito ma più ci penso più mi convinco sarà una riscrittura vera e propria. Ci sto riflettendo da parecchio, in realtà, sia perché me l’ero ripromesso sia perché quei personaggi hanno ancora molto da dire, ma l’idea è tornata prepotente soprattutto qualche settimana fa, quando Nuel ha pubblicato su Chifadaself una recensione che mi ha fatto riflettere di nuovo sulle mancanze – inevitabili, considerata la sua genesi – della novella iniziale. E boh. Michele ha cominciato a girarmi in testa più spesso del solito, quindi credo si avvicini il momento di dargli retta sul serio. (Oltre al fatto che, a forza di ripetermi che NON POSSO tirare fuori un’altra poly perché ne ho già troppe per le mani, è finita che al momento le Lucciole sono ancora l’unica storia dove abbia abbozzato l’argomento…)
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- La terza idea che mi piacerebbe sviluppare è la più recente, in termini di genesi, perché ho cominciato a giocarci davvero soltanto un paio d’anni fa, ipotizzando una sorta di thriller in cui un ragazzino, tormentato dal fantasma (metaforico) del fratello, si trova a indagare sulla sua scomparsa con un detective un po’ atipico. Avevo provato a buttare giù qualcosa sui protagonisti, senza successo. Qualche mese fa, poi, per motivi che non ricordo a parte il fatto che i fantasmi sono da sempre la mia passione frustrata, ho avuto la brillante trovata di trasformare il thriller in un paranormale e il ragazzino in un medium, e sono arrivata ad abbozzare persino lo scheletro di una trilogia, perché se non mi complico la vita con cose mastodontiche non sono contenta. Avevo Viv per le mani, però, volevo concentrarmi su quello, e nel frattempo l’ispirazione è un po’ passata. Però ecco. Conoscendomi, non sono sicura che non tornerà prima che abbia cominciato a scrivere altro.
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- La quarta possibilità è l’ennesima reduce del periodo pre-Rosa, una sorta di universo che mi trascino dietro da dodici anni e per cui ho prodotto miliardi di intrecci e incipit che ogni tanto ripesco dalla cartellina e scopro meno disgustosi di quanto mi erano sembrati quando li avevo abbandonati in preda allo sconforto. Al momento è un grosso guazzabuglio di ispirazioni e cose che adoro leggere ma non ho mai provato a scrivere, e potrebbe rientrare presumo in quella che ultimamente stanno definendo con il termine hopepunk, ma ecco. Avendo poca pratica nella creazione di mondi alternativi, ogni volta finisco per metterci dentro troppa roba e non riesco a darle nessuna direzione precisa. In compenso, ogni due per tre mi viene in mente qualche relazione complicatissima che richiederebbe uno scenario decisamente non-quotidiano per svilupparsi, così finisco per riesumare quell’amalgama confusa come scenario. Forse finirò per provare con qualche racconto più circoscritto, invece di un romanzo vero e proprio, ma boh. Vedremo. L’altro giorno ho passato due ore a fare brain-storming e mappe mentali, quindi il mio cervello sembrerebbe convinto, ma… non scherzavo quando parlavo dei tremila incipit/sinossi/schemi che ho già fatto in passato per accantonare ogni volta tutto. Quando si tratta di Disamistade, tutto è possibile.
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- Infine – e lo appunto più che altro nella speranza che vederlo nero su bianco mi dia il coraggio di lavorarci seriamente – ci sarebbe sempre l’intenzione di concentrarmi su qualcosa di meno rilassante e che mi costringa a fare i conti con ciò che tendo a ignorare da sempre, quindi, in pratica… qualunque cosa con protagoniste femminili. Per il momento non ho davvero idee molto concrete, ma uno dei non-propositi dell’anno nuovo sarebbe di provare a lavorarci un poco.
Insomma. Il solito guazzabuglio. Benvenuti nel mio cervello, presumo.^^
Nelle prossime settimane – ho bisogno di un breve stacco, perché la maratona per concludere Viv&Carlos è stata davvero un po’ estenuante – spero che mi schiarirò le idee e prenderò qualche decisione, ma per il momento volevo fare una breve (per così dire) panoramica delle cose che potrebbero arrivare in futuro. Perché, in tutti i casi, si tratta di idee che coltivo da tempo e che prima o poi dovrò riuscire a trasformare in storie concrete. Bisogna vedere i tempi, soltanto. E quali altre metamorfosi subiranno, prima di finire su carta e definirsi un po’ meglio.
Vi terremo informati, comunque. A prestissimo!