A volte passano settimane intere senza nessuna novità importante, e poi le cose accelerano tutte d’un colpo e non fai in tempo a goderti appieno una bella notizia che questa viene scalzata via da qualcosa di più urgente (e, quando ha fortuna, altrettanto bello. In questi giorni mi sono sentita fortunata davvero^^).
Tutto questo per dire che l’aggiornamento di aprile è saltato perché stavo aspettando che certe cose diventassero ufficiali per parlarne apertamente, e adesso mi ritrovo a ordinare i pensieri con un po’ di fatica. Quindi: l’annuncio.
Abbiamo firmato un altro contratto con la Triskell, per qualcosa di cui chi ci segue potrebbe avere già sentito parlare: la storia di Viv e Carlos, due dei protagonisti della Rosa dei Venti, del tutto rivista e riscritta per diventare un romanzo vero, contenuto e originale (nel senso che il materiale preso dalla Rosa, a differenza di Folco, è *pochissimo*, e tendenzialmente di contorno). Il titolo è In luce fredda, e uscirà probabilmente nell’autunno del 2020: tra parecchio tempo, quindi, il che rende forse un po’ inutile parlarne adesso, ma… Spero che riusciremo a trovare il modo di tornare nel mondo della Rosa anche prima, ecco. Qualcosa di introduttivo, propedeutico. Ci sono dei momenti in cui mi manca tantissimo.
Avrò tempo in futuro per i tremila disclaimer del caso, ma un paio di cose vorrei cominciare a dirle fin da adesso. Viv e Carlos sono per molti versi una delle anime originarie della Rosa, e so che moltissimi hanno sviluppato un grande attaccamento nei loro confronti: sia presi come personaggi isolati, sia presi come coppia, nella dinamica particolare che si sono trascinati per dieci anni (nostri) e più di cento capitoli (passati in buona parte separati, in effetti *rolls*). I protagonisti di questo romanzo sono loro, assolutamente (e buona parte dei personaggi che attraversavano le loro esistenze nella Rosa, da David Hamilton a Raven&Jude, Keith, Megan, Björn), ma al tempo stesso ne sono anche una versione condensata, ripensata partendo dalla fine (che, quando abbiamo cominciato a scrivere la Rosa e impostare i personaggi, non era neanche minimamente all’orizzonte). Questo credo sia vero soprattutto nel caso di Carlos, che tra l’altro ha fatto anche un “passaggio di proprietà” notevole: dalla spina nel fianco di Sabrina, è diventato mio. Con tutto ciò che ne consegue.
Nella Rosa, soprattutto la prima parte, i conflitti tra Carlos e Viv erano incentrati soprattutto sulle difficoltà di Carlos nell’identificare e ammettere la propria sessualità. Il Carlos di In luce fredda, per tutta una serie di ragioni, è già molto più avanti nel suo percorso e abbastanza distante dall’orientamento un po’ “gay for you” che aveva nella Rosa. Il che non vuol dire che faccia parte del comitato organizzativo del Pride di Rosenfield, ma semplicemente che, credo, risulta ora un po’ più plausibile come coinquilino di Raven Seymore. *rolls* Avevo bisogno di scrivere la sua storia, penso (più ancora di quella di Viv, che per certi versi ripercorre più da vicino la sua traiettoria della Rosa), e spero che anche a voi farà piacere leggerla. E che lo amerete quanto amavate la nemesi di Sabrina.^^
E nulla. Potrei andare avanti per altre dieci pagine, ma mi sembra un po’ di parlarmi addosso, quindi per ora magari mi fermo qui. Sono sicura che ci tornerò sopra mille volte, però, soprattutto se riuscissi – come vorrei – a lavorare anche a qualche altro pezzetto dell’universo della Rosa. Vedremo.^^
Ora. Venendo invece a qualcosa che dovrebbe cominciare ad avere senso per tutti in tempi un po’ più brevi.^^ La pubblicazione di Dormono gli aironi si avvicina – ancora non ho date certe, ma non dovrebbe mancare molto, davvero – e io continuo a scoprirmi un po’ incredula di quanto ami quel romanzo, in un modo diverso da come amo tutte le altre cose che ho scritto. Ieri mi sono arrivate le bozze complete della copertina e, anche se avevo già visto una sua versione precedente, mi ha colpito il piacere viscerale di scoprirla intera, di immaginare la consistenza della carta, guardare i colori, leggere la citazione sul retro. Ritrovarci le mie parole e i miei personaggi e la ragazzina che ero e la donna che sono e tutto quel che c’è stato nel mezzo, impalpabile e profondissimo.
Ho tantissima voglia di far conoscere tutto anche a voi, e al tempo stesso fatico a immaginarmi l’accoglienza. Quel romanzo è nato come romance, ma ha preso presto una strada diversa, come una deviazione leggera: verso il finale, che i due protagonisti riuscissero a stare effettivamente insieme oppure no mi sembrava quasi ininfluente, l’amore (romantico, che pure c’è e sta al centro dell’azione, presumo *rolls*) non era davvero il centro della loro felicità, e credo di non aver ancora metabolizzato del tutto quanto questo cambio di paradigma mentale sia importante, per me. Come persona, e come autrice.
Quando ho iniziato a impostare la storia pensavo di stare scrivendo una sorta di seguito di Folco, perché le vicende si svolgono nello stesso mondo (cioè, Torino *rolls*) e ci sono alcuni personaggi in comune (Chris, essenzialmente, che è decisamente uno dei pg secondari più importanti di entrambe le storie, oltre ad alcuni altri rimandi un po’ più spoiler), ma mi sono accorta presto (o meglio, mi ha fatto notare Sabrina *rolls*) che nonostante i punti in comune il tono delle due storie era troppo diverso per qualunque associazione. Questo in parte è dovuto al fatto che manca la componente di Sabry (e soprattutto il suo umorismo, che è una delle cose che più amo di Folco) ma forse anche al fatto che sono cambiata io. E sono cambiate, spostamenti infinitesimali e discreti, le cose su cui mi piace soffermarmi, quello che voglio esplorare. Anche quando parto con l’intenzione di scrivere una cosa leggera. (Qui c’è un post retrospettivamente esilarante che risale al periodo in cui avevo cominciato a giocherellare con i personaggi e mi aspettavo ancora una storia molto diversa – sospetto che le 7000 parole di cui parlo siano state cestinate quasi completamente – e boh, anche se la storia ha preso poi un’altra piega, la premessa vale ancora del tutto.)
Adesso è lì, in bozze, con una copertina di cui mi innamoro di più ogni volta che la guardo, e mi sembra quasi impossibile. (Tra l’altro, ancora non posso parlarne perché non so neanche se andrà in porto, ma associata al romanzo potrebbe esserci una cosa bellissima che sento già di amare con tutta me stessa.^^)
Spero davvero di poter condividere presto qualcosa di più definitivo.
Quanto ai lavori in corso… Un aggiornamento breve, perché in realtà non ho moltissimo da dire: aprile è stato più tranquillo dal punto di vista lavorativo ma, tra le cose da ultimare per gli Aironi e il resto, non ho prodotto tantissimo di nuovo. Ho cominciato a lavorare al mystery femminile, questo sì: non so ancora se quel poco che ho scritto finora resterà – più che altro perché ho l’impressione di essermi complicata un sacco la vita con la scelta del tipo di narrazione, che pure è una delle cose che più mi affascinano dell’idea – ma ho decisamente fatto passi avanti riguardo alla visione d’insieme. E poi ho continuato a lavorare su Massimo e Diego – soprattutto dopo che la rilettura finale degli Aironi mi ha ricordato quanto *li ami* contro *ogni logica* – che mi lasciano un po’ perplessa (più che altro perché avevo immaginato un atteggiamento iniziale un filo più smorzato, tra loro *rolls*) ma mi stanno facendo divertire parecchio. E potrei aver avuto un’illuminazione per quello che dovrebbe essere il romanzo delle Lucciole che, se funzionasse, mi permetterebbe di esorcizzare anche quello che credo sia stato uno degli imprinting più importanti nella mia scoperta del poliamore, e insomma. Mi sto rigirando nella testa anche quello, lasciandolo maturare. Vedremo che direzione prende. Un pezzetto dopo l’altro, come sempre.
(Per l’aggiornamento libri a tema non ho troppo da segnalare perché ultimamente ho letto soprattutto fuori dall’ambito LGBTQ – e con il Salone del Libro in avvicinamento sto cercando di non andare a cercare *apposta* altri titoli da aggiungere alla lista – MA ci tenevo almeno a riportare una notizia che mi ha fatto molto piacere! Il Castoro ha pubblicato il giorno del mio compleanno – quest’anno gli editori sembravano essersi messi d’accordo per far uscire quel giorno tutti i libri a cui voglio bene^^ – L’ultima notte della nostra vita di Adam Silvera (nella traduzione di Chiara Reali <3), lo YA di uno degli autori latinos LGBT più affermati che ho voglia di leggere da sempre. Negli USA ha fatto incetta di premi, ha una premessa interessantissima (anche se vagamente straziante *rolls* che poi è una delle ragioni per cui rimando la lettura da allora) e nulla. Sono felicissima che sia arrivato in Italia.^^)