È qualche giorno che cerco il modo di riordinare le idee e fare un post un minimo completo e non ripetitivo su qualcosa di cui in realtà sto parlando più o meno obliquamente da un pezzo, ma… Credo di non averlo ancora trovato. Quindi, andrò a braccio come al solito, e scusate se dico cose che potrei aver già detto miliardi di volte qui o altrove.
Prima di tutto, i dati oggettivi: l’ebook del romanzo che ho finito di scrivere la scorsa estate, Dormono gli aironi, uscirà questo martedì, il 28 maggio – è già in preorder su Amazon – mentre la versione cartacea arriverà nelle librerie il 16 giugno, ma è già prenotabile con uno sconto sul sito di Milena Edizioni (trovate la pagina a questo link) e verrà spedito con qualche giorno d’anticipo, agli inizi di giugno. Spero tantissimo che chiunque lo leggerà perché ha già amato altre mie storie lo trovi di suo gradimento, e che se qualcuno inizierà a conoscermi da questo potrà apprezzarlo.
Si tratta di un romanzo di ambientazione contemporanea – la stessa Torino di Folco sotto il letto, in realtà, con qualche rimando gratuito perché non so concepire storie che non si abbraccino in qualche modo – ed è una storia d’amore, alla base, ma onestamente non credo che l’etichetta “romance” funzioni davvero, in questo caso. Mentre scrivevo, più che a portare i protagonisti verso il lieto fine canonico ero interessata a esplorare le loro storie singole, nel punto in cui convergono e si intrecciano l’una sull’altra. Volevo prendere due personaggi complicati e imperfetti, che si trascinano dietro storie pesanti e si sono già scontrati in passato, restando feriti, e vedere se riuscivo a farli funzionare insieme, a tirare fuori dal loro rapporto qualcosa di positivo. Volevo farli vivere anche con altri, soprattutto, e non far assolutamente dipendere la loro felicità – e la loro crescita personale – solo dall’eventualità che riuscissero a stare insieme senza autodistruggersi. Spero di esserci riuscita. E che l’imperfezione del loro rapporto risulti credibile anche a chi legge senza vedere tutto con i miei occhi.
A parte la storia in sé, però – che andrà per la sua strada, credo, e inaugurerà la nuova collana LGBTQ di Milena Edizioni, cosa che già di per sé mi riempie di orgoglio – volevo prendermi qualche minuto per fissare cosa abbia significato davvero, per me, scrivere questo romanzo e pubblicarlo, e pubblicarlo in questo modo. So che molte persone seguono me e Sabry dai tempi della Rosa – come sempre, gratitudine immensa a voi tutti^^ – e so che c’è persino qualcuno che si è imbattuto in me per la prima volta con le mie storie precedenti, le originals lunghe che pubblicavo su EFP da sola, entrambe colpevolmente incomplete: Beating out of time e Il nero si spezza nel bianco. Avevo diciotto anni, a quel tempo – neanche compiuti, quando ho iniziato a scrivere il Nero – e stavo appena cominciando a capire chi ero e cosa volevo da me stessa. Ero ragazzina, e scrivevo di ragazzini. E di fraintendimenti e scelte sbagliate e un sacco di cose di cui scrivo ancora e un sacco di cose che vorrei dimenticare che ho scritto, ma insomma. Penso sia normale, questo.
Blue e Nico sono nati lì, però. In mezzo a storie di altri – perché ovviamente non sono nati protagonisti^^ – e con tratti diversi (Nico aveva un gemello, che ho dovuto sopprimere per forza di cose^^; Blue del personaggio originale ha praticamente conservato solo il nomignolo) ma in qualche modo un nucleo comune. Il romanzo che uscirà tra qualche giorno è nato da quel germoglio e ha preso strade diversissime; si è popolato di altri personaggi, si è modellato su dinamiche nuove. Ha conservato il titolo che avevo deciso di dargli allora, però; o forse qualche anno dopo, quando ho rinunciato definitivamente all’idea di concludere il Nero e ho capito che volevo scrivere di Blue e Nico lo stesso, immaginare loro un futuro dopo che il rapporto precario che tentavano di costruire nel Nero fosse naufragato. Il prologo degli Aironi risale a quel periodo, più o meno, e da allora quasi non ha subito modifiche: l’ho sempre vissuto come se fosse stato scritto dal futuro, in un certo senso, lo scorcio di ciò che avrei potuto diventare.
Fa ancora strano pensare che quel futuro è arrivato, adesso; che quelle due pagine hanno in qualche modo agito come una bussola e mi hanno permesso di ricostruire intorno a una storia sotto mille aspetti diversissima la voce che cercavo. Perché gli Aironi per me è anche un po’ questo: un tentativo di sintesi, un esperimento in cui ho cercato di prendere i tratti che apprezzavo delle mie storie passate – delle Lucciole, dell’esperienza della Rosa – e limarli per toglierne le pesantezze. Ovviamente, è ancora tutto in divenire. Ma penso sia un vero passo avanti, rispetto al mio percorso; penso che abbia spostato un po’ l’asticella. E che sia un po’ più vicino a quello che vorrei da me stessa.
E mi rendo conto che tutto questo discorso è molto molto egocentrico e solipsistico e che mi sto sostanzialmente parlando addosso, quindi ecco. Per concludere con qualcosa che potrebbe essere forse un po’ più utile a chi sta leggendo chiedendosi se abbia effettivamente voglia di spendere soldi per scoprire di cosa sto parlando: Dormono gli aironi racconta di due ex lasciatisi malissimo che si ritrovano dopo anni perché la vita – o l’autrice^^ – si diverte sempre a scombinare le carte, e scoprono di essere ancora più o meno le stesse persone di un tempo, con gli stessi casini, ma forse un po’ più voglia di provare a superarli. Racconta delle persone che amano, e dei loro conti in sospeso: di amici&fratelli&cugini, di famiglie diversamente soffocanti e dei diversi modi in cui si può tentare di affrancarsi, di quali siano le responsabilità degli altri nel modo in cui ci lasciamo ferire. Di relazioni che modellano ciò che siamo, nel bene e nel male, e di come può essere difficile, a volte, decidere che siamo cresciuti abbastanza per proseguire da soli. Di quello che perdi, sempre, quando decidi di lasciarti alle spalle un pezzo di te. E delle cose che ti porti dentro comunque.
Spero che, se lo leggerete, ci troverete dentro qualcosa che vi farà bene. E, magari, che avrete voglia di venire a parlarmene.^^
(Mi manca tantissimo quella dimensione.)
Qui sotto, la presentazione scritta dalla CE nella loro newsletter, la sinossi e i link per i preordini (o gli acquisti veri e propri, da martedì in poi). Come sempre, grazie a chiunque vorrà tenermi compagnia in questa nuova fase del mio percorso.
(E grazie alle persone che lo stanno già facendo. E a quelle che mi sono state vicine quando il percorso era ancora tanto nebuloso. Vi voglio bene. <3)
Presentazione
Dormono gli aironi è un libro da leggere quando il passato diventa un tarlo, se si hanno rimpianti, o dubbi su una propria scelta. È la capacità di cogliere l’occasione quando la vita ti offre una possibilità di rivincita, di far fortuna con un espediente del caso. Le strade di due ex si incrociano di nuovo, sentimenti mai sopiti tornano a galla, più forti di prima. È questo un tema adatto alla tarda adolescenza, perché è quella l’età in cui si collezionano rimpianti. Può dirsi un libro ‘young adult’ perché molti ragazzi non ancora uomini possono rivedersi in Blue e nella sua ribellione di principio, o in Nico, che sbaglio dopo sbaglio riesce man mano ad affrontare le proprie paure da solo. Dormono gli aironi è anche un bellissimo ritratto d’amicizia, perché entrambi i protagonisti hanno alle spalle sostegni solidi, pronti a elargire più che saggi consigli, dalle braccia sempre aperte, come reti di salvataggio. Ma il pubblico di Dormono gli aironi è anche un pubblico adulto, c’è quel pizzico di rimpianto e quel ‘e se…’ che corrode sempre un po’, il dubbio sul cosa fare, nel caso si avesse una seconda possibilità. E sia Blue che Nico sono molto umani, hanno tanti difetti che li rendono credibili, ma hanno anche il coraggio di cambiare, ed è questo il vero lieto fine.Sinossi
Blue odia il proprio nome di battesimo, intrattiene fin dall’adolescenza una relazione clandestina con Massimo, l’affascinante collega di suo padre, e ritiene Nico il suo unico rimpianto. Nico tende a mettersi nei guai, colleziona rapporti problematici e non si è mai veramente ripreso dalla rottura della sua storia con Blue. Sotto il cielo di una magica Torino, le strade di questi due ragazzi tornano a incrociarsi e sentimenti che si credevano perduti si riscoprono vivi, come braci ancora calde sotto le ceneri. Ma amare vuol dire avere il coraggio di guardare il passato affrontandone i demoni, essere onesti riguardo le proprie emozioni e questo, sia per Blue che per Nico, fa male. Saranno pronti, stavolta, a scegliere la felicità?
Sembra una storia bellissima… Complimenti per la tua prossima nuova uscita! Il titolo è uno spettacolo, così come la copertina.
Grazie, Edoardo!^^ Spero davvero che, se deciderai di leggerlo, ti piacerà!^^ (Il titolo è un verso di “Tema del soldato eterno e degli aironi” di Roberto Vecchioni, credo di avere cominciato a scrivere questa storia solo per poterlo usare.^^ E anche io amo tantissimo la copertina. <3)